26 Ottobre 2012
TERREMOTO: PRONTI A SCENDERE IN PIAZZA

“Le 5.000 aziende agricole emiliano romagnole colpite dal sisma del 20 e 29 maggio scorso, non hanno ancora visto un centesimo dei finanziamenti promessi dallo Stato, che però si prepara a riscuotere dalle stesse aziende oltre 400 milioni di tributi e contributi. Se il provvedimento del Governo non cambia saranno costrette a chiudere ma prima scenderemo in piazza a difesa della nostra attività”. E' la denuncia del Presidente di Coldiretti Modena, Maurizio Gianaroli, commentando la lettera che Coldiretti Emilia Romagna ha inviato al presidente della Regione Emilia Romagna e commissario per il sisma, Vasco Errani, e a tutti i parlamentari della regione, sollecitando un intervento per modificare il disegno di legge “Stabilità”, che verrà discusso domani e che contiene disposizioni in favore delle zone terremotate.
Tantissime aziende – informa Coldiretti – con case, capannoni, magazzini, stalle e attrezzi danneggiati stanno facendo investimenti con proprie risorse acquistando macchine agricole e rimettendo in sicurezza i fabbricati per poter continuare l’attività. 
“E’ un provvedimento ingiusto e iniquo – commenta il presidente di Coldiretti Modena, Maurizio Gianaroli – che ha provocato negli imprenditori agricoli colpiti dal sisma molta delusione e tanta rabbia. Le aziende agricole che hanno deciso di rimanere sul territorio e di portare avanti una delle agricolture più specializzate d’Italia e del mondo a metà dicembre si ritroveranno a dover versare tributi e contributi in una soluzione unica per una cifra complessiva stimata attorno ai 400 milioni di euro, mentre per adesso hanno ricevuto tante promesse, ma neanche un centesimo di aiuti”.
La norma – sottolinea Coldiretti – prevede che solo i titolari di reddito d’impresa possano accedere ai finanziamenti e alla rateizzazione in due anni dei tributi e contributi sospesi dal maggio 2012, grazie all’intervento della Cassa Depositi e Prestiti, con gli interessi a carico dello Stato. Le imprese agricole singole e le società semplici – spiega Coldiretti – sono titolari di reddito dominicale e agrario e pertanto sono escluse da questi benefici, con la conseguenza di dover pagare i contributi e le tasse in scadenza il 16 dicembre prossimo.

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