22 Settembre 2017
RISCHIO EMILIA ROMAGNA PER +800% RISO DA BIRMANIA SOTTO ACCUSA

L’aumento delle importazioni dell’800 per cento di riso birmano in Italia nel 2017 mette a rischio anche la produzione di riso dell’Emilia Romagna. È quanto afferma Coldiretti regionale sulla base dei dati Istat del primo semestre di quest’anno da cui risulta l’aumento delle importazioni dalla Birmania che, nonostante sia sotto accusa per la violazione dei diritti umani nei confronti del popolo Rohingya, gode, insieme alla Cambogia, dell’introduzione da parte dell’Ue del sistema tariffario agevolata a dazio zero per i Paesi che operano in regime Eba (tutto tranne le armi).
Un pacco di riso su quattro venduto in Italia – sottolinea Coldiretti regionale – contiene prodotto straniero proveniente spesso da paesi dove non sono rispettati gli stessi standard ambientali, sociali e di sicurezza. La metà del riso importato in Italia arriva infatti dall’Asia, con un aumento nel primo semestre del 2017 del 12% delle importazioni dall’India che è il principale esportatore asiatico di riso in Italia seguito da Pakistan, Thailandia, Cambogia e Birmania.
A contrastare questa situazione dal raccolto di quest’anno – informa Coldiretti Emilia Romagna – prenderà il via l’obbligo di etichettare il riso Made in Italy per difendere i consumatori dal rischio di portare in tavola produzioni di bassa qualità importate dall’estero.
Il nuovo raccolto Made in Italy – informa Coldiretti – è sano e di ottima qualità. Dei 230 mila ettari coltivati in Italia, oltre 7.000 si trovano in Emilia Romagna per un produzione di oltre 370 mila quintali, con un mercato che continua ad essere difficile, con prezzi che persistono a rimanere sotto i costi di produzione. Anche per il 2017, nonostante la siccità e il maltempo, l’Italia – ricorda Coldiretti Emilia Romagna – rimane il principale produttore europeo, con il riso che costituisce una grande opportunità occupazionale, con un importante ruolo sul piano ambientale e paesaggistico. Le risaie, infatti, sono una diga contro la siccità – afferma Coldiretti – perché trattengono l’acqua e la rilasciano lentamente, aiutando a rimpinguare le falde, a ridurre la subsidenza, e a salvaguardare l’ambiente.
Il raccolto 2017 – sottolinea Coldiretti Emilia Romagna – rappresenta un momento di svolta per due grandi novità che consentiranno ai consumatori di poter fare chiarezza sulla reale provenienza del riso e difenderanno i produttori dalla concorrenza sleale. Il 7 dicembre 2017 – continua Coldiretti – entrerà in vigore la nuova riforma del mercato interno del riso, che rappresenta un passo avanti importante che aggiorna finalmente una normativa che risale al 1958 con la salvaguardia e la valorizzazione delle varietà italiane per effetto della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 7 settembre 2017. Sarà possibile infatti aggiungere – spiega Coldiretti - l’indicazione “classico” nel caso in cui nella confezione sia presente una delle varietà tradizionali (es. Carnaroli) e a condizione che sia garantita la tracciabilità varietale. Il 16 febbraio 2018 sarà un altro giorno storico per i risicoltori e per i consumatori italiani per l’entrata in vigore del decreto interministeriale che fissa finalmente l’obbligo di etichettatura d’origine per il riso italiano. Con l’etichetta trasparente – sostiene Coldiretti - finisce l’inganno del riso importato e spacciato per Made in Italy e il consumatore sarà libero di scegliere tra la qualità, la tipicità e la sostenibilità del prodotto nazionale e quello di importazione.
Un cambiamento importante per un alimento come il riso considerato dietetico che ha fatto registrare un aumento degli acquisti familiari nel primo semestre del 2017 (+1%) secondo Ismea, anche per effetto - conclude la Coldiretti - di una rivoluzione nelle occasioni di consumo in atto nell’ultimo decennio, da primo piatto a piatto unico, da caldo a freddo, da tavola a take away.

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