28 Settembre 2017
PICCOLI COMUNI: LEGGE STORICA PER 140 CENTRI IN EMILIA ROMAGNA

Dal Parmigiano Reggiano prodotto con latte delle vacche rosse reggiane (la razza autoctona da cui sono state prodotte le prima forme del re dei formaggi) a Vin Santo di Vigoleno, dalla Mora Romagnola al formaggio di fossa di Sogliano, dai salumi piacentini al Bursôn di Bagnacavallo. Sono questi alcuni dei grandi prodotti dei piccoli Comuni dell’Emilia Romagna che ora potranno contare su una apposita legge per recuperare i ritardi infrastrutturali.. Lo afferma Coldiretti Emilia Romagna nell’esprimere apprezzamento per la storica approvazione definitiva della legge per la valorizzazione dei Piccoli Comuni che in Emilia Romagna interessa 140 centri al di sotto dei cinquemila abitanti, pari al 42% dei 333 comuni emiliano romagnoli, dove vivono 364.500 abitanti sul totale di 4,4 milioni di abitanti in regione. Piacenza – rileva Coldiretti regionale – è la provincia con il maggior numero di piccoli comuni (34), seguita da Parma (23) e Modena (18). Piacenza ha anche il prima del comune con il minor numero di abitanti: Zerba con 78 residenti.
L’approvazione della legge – ricorda Coldiretti Emilia Romagna – è stato un obiettivo fortemente sostenuto negli anni dalla Coldiretti per tutelare e valorizzare un patrimonio naturale e paesaggistico, culturale e artistico senza eguali per la popolazione residente ma anche per il numero crescente di turisti italiani e stranieri che vanno alla ricerca dei tesori nascosti del Belpaese. I 140 Comuni che hanno meno di cinquemila abitanti – sostiene Coldiretti – sono la grande vetrina di promozione turistica, culturale e sociale, con un concentrato unico di specialità enogastronomiche e di bellezze naturali e architettoniche. I piccoli centri sono infatti il cuore della salvaguardia dell’ambiente e della valorizzazione del territorio e producono la stragrande maggioranza dei prodotti a denominazione d’origine che hanno reso famosa l’Emilia Romagna nel mondo. Ora – conclude Coldiretti Emilia Romagna – ci sono le condizioni per recuperare in queste aree i troppi ritardi nelle infrastrutture e nei servizi offerti con interventi che vanno dalle tecnologie informatiche alle scuole, dagli ospedali alle poste fino alle edicole”

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