22 Novembre 2018
ONU, BENE STOP MULTINAZIONALI A ETICHETTE SEMAFORO

Il dietrofront sull’etichetta semaforo da parte delle multinazionali del cibo che abbandonano il progetto comune di utilizzare sui propri prodotti il sistema oggi utilizzato in Gran Bretagna, già al centro di numerose critiche, è una buona notizia per prodotti modenesi come il Parmigiano Reggiano, il Prosciutto di Modena, ma anche per lo zucchero (che dovrebbe essere sostituito da edulcoranti artificiali) che nella nostra regione vede impegnata l’unica industria saccarifera italiana, la Coprob, cooperativa produttori bieticoli di Minerbio (Bologna) alla quale fanno riferimento i produttori modenesi.
Ad affermarlo è Coldiretti Modena dopo l’annuncio da parte di Coca Cola, Nestlè, Mondelez, Unilever e PepsiCo di voler rinunciare al progetto di dotarsi di una propria etichetta nutrizionale, avviato nel marzo del 2017. Il sistema – spiega Coldiretti – si basava sul modello del semaforo adottato in Gran Bretagna usando i tre colori, rosso, giallo e verde per segnalare la presenza di grassi, zuccheri e sale per le singole porzioni di cibo. Dopo un anno e mezzo di tentativi, anche con il coinvolgimento di scienziati e gruppi di consumatori, i cinque colossi del cibo sono stati costretti a gettare la spugna – sostiene la Coldiretti - per le opposizioni ad un sistema informativo incompleto e fuorviante.
La retromarcia delle multinazionali – sottolinea la Coldiretti provinciale – rappresenta un segnale importante rispetto al nuovo tentativo di presentare all’Onu una risoluzione, basata su semafori e tasse per esortare gli Stati ad “adottare politiche fiscali e regolatorie che dissuadano dal consumo di cibi insalubri”. La proposta, già bocciata dall’assemblea delle nazioni Unite il 27 settembre scorso, è stata ripresentata da sette Paesi (Brasile, Francia, Indonesia, Norvegia, Senegal, Sudafrica e Thailandia) con l’obiettivo di trovare una posizione comune in vista dell’ultima convocazione dell’anno per l’Assemblea generale.
Si punta a colpire gli alimenti che contengono zuccheri, grassi e sale chiedendo di predisporre apposite etichette nutrizionali e di riformulare le ricette, sulla base di un modello di alimentazione artificiale e basato sulla chimica che mette di fatto in pericolo – denuncia Coldiretti – il futuro dei prodotti Made in Italy dalle tradizioni plurisecolari trasmesse da generazioni di agricoltori che si sono impegnati per mantenere le caratteristiche inalterate nel tempo.

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