27 Maggio 2019
EUROPEE: ACCORDO MERCOSUR, PRIMO TEST DIFESA MADE IN ITALY

Il primo banco di prova dell’Unione Europea sulla volontà di difendere l’agricoltura e il Made in Italy è la trattativa commerciale con i Paesi del mercato comune dell’America meridionale di cui fanno parte Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay (Mercosur). È quanto afferma Coldiretti Emilia Romagna nel sottolineare che immediatamente dopo la chiusura delle urne lunedì 27 maggio si terrà a Bruxelles il Consiglio Affari Esteri dell’UE che dovrebbe discutere di nuove concessioni nell’ambito dei negoziati Mercosur per una chiusura da parte della Commissione entro metà luglio. A preoccupare – sottolinea Coldiretti Emilia Romagna – sono le agevolazioni concesse a prodotti come la carne dal Brasile che per gli allarmi alimentari si è classificata nella black list dei prodotti più pericolosi in Italia, ma anche il rischio di legittimare il falso Made in Italy nel mondo con il via libera alle imitazioni dei prodotti piu’ tipici.. Nel negoziato – denuncia Coldiretti Emilia Romagna – su un totale di 297 denominazioni italiane Dop/Igp riconosciute dall’Unione Europea è stata proposta una lista di appena 57 tipicità da tutelare ma su molte sono state già presentate opposizioni, a partire dal Parmigiano Reggiano. Il risultato è che rischiano di essere tutelate meno del 10% delle specialità Made in Italy – continua Coldiretti Emilia Romagna – assicurando così il benestare Ue in una realtà dove la produzione locale del falso è già tra i più fiorenti del mondo. Il negoziato – continua Coldiretti Emilia Romagna – appare molto complesso per il vino Made in Italy anche per la presenza in Brasile di diversi produttori di Prosecco specialmente nella zona del Rio Grande che rivendicano il diritto di continuare a fare questo vino italiano anche perché la varietà vinis vinifera “prosecco tondo” risulta iscritta nella banca dati brasiliana del germoplasma sin dal 1981. Ma a preoccupare è – aggiunge Coldiretti Emilia Romagna – anche l’apertura all’arrivo in Europa di grandi quantitativi di carne bovina dai paesi sudamericani, dopo il più grande scandalo mondiale sulla carne avariata che ha coinvolto proprio il Brasile. Si parla di un contingente di 90mila tonnellate al 7,5% che implica una concorrenza sleale nei confronti degli allevatori italiani e un abbassamento della qualità per i consumatori, considerato i Paesi del Mercosur non rispettano gli standard produttivi e di tracciabilità oggi vigenti in Italia e nel Vecchio Continente. Per il pollame l’Unione Europea sarebbe orientata ad aumentare da 78.000 a 90.000 tonnellate l’offerta attuale con gravi preoccupazioni per l’aspetto sanitario. Vale la pena ricordare – sottolinea Coldiretti Emilia Romagna – che il manzo refrigerato e il pollame dal Brasile si sono classificati, per i casi di Escherichia Coli-Shigatoxin, nella top ten dei cibi piu’ pericolosi per il numero di allarmi alimentari che hanno fatto scattare in Italia nel 2018 secondo le elaborazioni Coldiretti su dati RASSF. Ma i Paesi del Mercosur – continua Coldiretti Emilia Romagna – hanno chiesto maggiori concessioni nel settore dello zucchero che potrebbero aumentare le difficoltà della produzione comunitaria e lo stesso discorso vale per il riso, dove la Commissione potrebbe aumentare il contingente tariffario da 45.000 a 80.000 tonnellate tra riso semigreggio e riso semilavorato. Ma preoccupano anche le aperture sugli agrumi, specie considerano le problematiche fitosanitarie dei prodotti provenienti dagli stati sudamericani contaminati da Black-spot o Macchia nera, una malattia non presente in Europa dove – sostiene Coldiretti Emilia Romagna – rischia così di diffondersi con effetti disastrosi. “La pretesa di chiamare con lo stesso nome prodotti profondamente diversi è inaccettabile perché rappresenta un inganno per i consumatori ed una concorrenza sleale nei confronti degli imprenditori” ha affermato il presidente di Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “è anche necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute”.

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