L’allentamento delle restrizioni imposte per contrastare la peste suina africana rappresenta una misura chiave per il futuro degli allevamenti italiani e di una filiera cardine dell’agroalimentare nazionale, per un valore di 20 miliardi di euro e un peso rilevante nell’immagine del cibo Made in Italy nel mondo. È quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini in merito alla decisione dell’Unione Europea di ridurre le misure introdotte per contrastare la peste suina negli allevamenti suinicoli lombardi e piemontesi di Lodi, Pavia e Novara.
Un passo avanti atteso e importante reso possibile dal lavoro portato avanti dai ministri dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, e della Salute Orazio Schillaci, e dal Commissario straordinario per la Psa Giovanni Filippini, ai quali va il nostro ringraziamento – sottolinea Prandini – così come alle migliaia di allevatori che hanno investito risorse e compiuto enormi sforzi, a partire dall’innalzamento dei livelli di biosicurezza aziendale, per contrastare un’emergenza resa ancora più grave dalla diffusione incontrollata dei cinghiali, principale vettore della malattia.
Grazie alla collaborazione tra la Coldiretti e le istituzioni, Agea ha recentemente avviato il pagamento degli anticipi degli indennizzi alle aziende colpite, una boccata d’ossigeno per far ripartire le attività provate da tre anni di emergenza.